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106 | dal vero. |
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— Sì, sì, lo aveva sposato, si amavano molto, Non so come, non so perchè, Piero ebbe un capriccio per una signora napoletana...
— Lo chiamate capriccio, papà?
— Sì, fu un capriccio fuggevole; non essere pessimista. Ma Rosalia n’ebbe un grande dispiacere; vennero pianti, scene...
— Bah!
— Come ti dico. Rosalia se ne fuggì da sua madre...
— Fece benissimo.
— Malissimo, dico io. Una moglie non abbandona mai il marito. Infine, io con la mia eloquenza, la persuasi a perdonargli, a dare un frego su quel debito...
— Voi, papà?
— Sì, e mi glorio del mio intervento. Perchè poi, ad essere intransigenti su queste cose, si finisce sempre per iscapitarci: l’uomo erra talvolta senza sua volontà...
— Comoda morale — ribattè con accento incisivo Emma.
— Era quella di tua madre, figlia mia.
— Come, anche la... mamma era di parere che si dovesse alzar la mano? — chiese Guido con molto interesse.
— Sicuro, sicuro. Quella donna lì era piena di misericordia e d’indulgenza: era buona, buona, buona. Chi ama bene, soleva dire, perdona molto.
Rimasero tutti pensierosi; e Giorgianni, per interrompere il silenzio, esclamò:
— Sicchè, figliuoli, me lo fate vedere questo ap-