< Pagina:Serao - Dal vero.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

un intervento. 107

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Dal vero.djvu{{padleft:110|3|0]]partamento, questo nido di seta e velluto? Non ho potuto darci che un’occhiata di sfuggita.

— Andiamo — rispose Guido — cominceremo dal salone.

— Magnifico, magnifico — disse Giorgianni, Quando vi furono arrivati. — Questo è buono per grandi ricevimenti. Date feste?

— Ne davamo.

— Capisco; ora gli affari, la politica v’impediscono di veder troppa gente, ma il salone è bellissimo. E questo salotto, che gusto squisito! Sei stata tu, Emma, a scegliere?

— No, è stato Guido.

— Mi congratulo con lui. Già avrà pensato che in questo salotto tu ti saresti trattenuta di preferenza; qui vengono i tuoi adoratori a farti la corte, nevvero, bricconcella? Non sei geloso, Guido?

— Io? conosco mia moglie.

— E tu, Emma?

— Conosco troppo Guido.

Le due risposte erano scattate rapidissime. Giorgianni ne fu soddisfatto.

— Questa camera da letto è una meraviglia — egli riprese — i colori formano una dolce armonia. Tutto questo bianco e grigio carezza l’occhio.

Egli girava per la camera, come se ricercasse qualche oggetto mancante. Infine chiamò la figlia che era rimasta sulla soglia.

— Emma?

— Papà?

— Dove sta il ritratto della mamma? Non lo veggo.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.