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vita nostra. 147

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Scettico, cioè uno che crede. Non è un paradosso. Significa essere giunto al culmine di ogni gioia ed al fondo di ogni dolore, avere con ansia dolorosa ricercate le fonti del vero, dubitando malinconicamente di non ritrovarle, aver detto: Questa qui è menzogna, e l’altra, e l’altra, e l’altra ancora — poi ad un tratto, avere scoperto l’oggetto della fede! Chi lo trova in sua madre, chi nella natura, chi nel suo cane, chi nel proprio ingegno, ed intanto costui è uno scettico perchè non crede alle convenzioni, alle falsità sociali ed alle umane bugie. Questo sentimento non esiste assolutamente, esclusivamente, senza eccezione: lo scettico moderno può negare l’ingenuità della giovinetta e credere alla fedeltà del suo cane, negare l’immortalità dell’amore e credere in quella delle sue opere — non vi sono dunque semiscettici. È lo scetticismo che è un semi-sentimento.

Dopo tutto, vuoi che ti dica una cosa? Stamane vi è il sole, ed il vento leggiero porta con sè lontani sentori di gioventù e di primavera: qualche grande cosa rinasce. Ieri sera ho vegliato sino a tardi col grande Voltaire e stamane ho paragonato l’azzurro

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