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mosaico. 245

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SOGNI.

Questo giovane avete dovuto incontrarlo in qualche parte; il suo aspetto ha dovuto colpirvi. Avrete supposto: è amore, forse. No: non è amore il pallore concitato di quel volto, non è amore la febbre di quel sangue che consuma le vene, non è amore il lampo di quello sguardo — i giovani come lui non amano. Sembra meschino compenso al loro spirito battagliero la conquista di una donna; il loro sconfinato ideale non può rinchiudersi nel possesso di un cuore amoroso; la loro ardente realtà è informata da più vasto pensiero che la modesta famigliuola; hanno desiderii, inclinazioni, aspirazioni diverse; sono uomini di guerra, disprezzano la pace. Sibbene prostrati nella polvere adorano una bellissima, perfida e divina amante; l’adorano ciecamente, follemente, pronti come il fanatico indiano a lasciarsi stritolare sotto il carro dell’idolo, sentendo con delizia lo scricchiolio delle ossa che si rompono; l’adorano con tutte le forze riunite e sospinte: nell’arida solitudine della loro anima, essa, la gloria, è il miraggio celeste e fatale, l’oàsi del deserto, l’unica meta della vita e del lavoro.

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