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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Dal vero.djvu{{padleft:302|3|0]]beranza della forza che si espandeva, tutto questo nuovo rivoluzionava il fisico ed il morale di Silvia. Il sistema nervoso per tanto tempo atonizzati, divennero di una sensibilità squisita: una parola dura, una piccola difficoltà, un nodo nel vestito la facevano sussultare. Le sensazioni si erano perfezionate, raffinate; i suoi gusti erano diventati molto difficili, era stata presa da una grande passione pel caffè e pei profumi, e l’impeto della sua vita si era raddoppiato. Piangeva volentieri, silenziosamente, senza singhiozzi, senza alcuna dolorosa contrazione delle labbra; talvolta per un nonnulla dava in iscoppi di riso convulso inestinguibile; ora desiderava starsene sola per le settimane intiere, contenta della solitudine; ora si chiamava tutti dattorno per essere in compagnia. Una fiamma continua le imporporava le gote, una fiamma che la consumava nel suo ardore; i polsi batteano frequenti, il corpo si dimagrava, le mani si assottiglivano: un giorno l’anello del matrimonio le scivolò dal dito anulare e non si potette più ritrovare. Le serve ne mormorarono come di cattivo augurio, ma Silvia non lo intese; essa anelava al termine prefisso, corrosa dalla febbre, sempre più esaltata, coi nervi oscillanti e l’anima beata.
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Nella camera dell’ammalata tutto taceva, nelle altre camere si camminava in punta di piedi e visi contristati si scambiavano occhiate più tristi ancora; il martello della porta era foderato di lana nella strada, avevano sparso la paglia, alcune visite erano state licenziate in fretta. Presso il letto della inferma ve-