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commiato. | 305 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Dal vero.djvu{{padleft:308|3|0]]voce imperiosa che gli faccia bollire il sangue nelle vene. Così fra l’artista ed il pubblico si stabilisce un invincibile legame che nulla potrà spezzare.
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Mi ricordo, un giorno non molto lontano, mi parve di avere in qualche parte del mondo un amico incognito a cui dovessi scrivere tante, tante cose; la penna correva, correva, le parole fuggivano rapidamente come foglie trasportate dal vento autunnale; senza essere chiamati, i pensieri tumultuavano, affannandosi, accavallandosi; si moltiplicavano senza numero le idee vecchie e nuove, i ricordi e le speranze, le aspirazioni e tutto questo nella forma che più conveniva alla spinta potente che li urtava. Nulla poteva arrestarmi: noncurante della età giovanile, della scarsa esperienza che doveva trarmi in inganno, dei pericoli che potevano sorgere ad ogni passo, delle lotte che mi aspettavano al varco, delle molte probabilità di caduta, io ho continuato a lavorare, guardando sorridente il chiuso avvenire. L’amico non mi rispondeva; solo ad intervalli, ora per una bocca, ora per un’altra mi giungeva una parola: una parola talvolta amabile, talvolta severa — e gli scoraggiamenti profondi o le novelle speranze mi erano sempre salutari. Nulla poteva arrestarmi: quanto nasceva nella fantasia, quanto era frutto di osservazione, quanto era corrispondente ad una impressione io ho scritto al mio amico. Come era la vita