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50 | dal vero. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Dal vero.djvu{{padleft:53|3|0]] affanno, il vivo riflesso di una lotta interna alacrissima. Certo in quei momenti di solitudine completa le ritornava la coscienza di un grande dolore; il sentimento della realtà, lungamente respinto, diventava chiaro, distinto, crudele.
Un rumore di passi la fece scuotere. Era Roberto. Vedendola sola si fermò, esitante; ma supponendo il resto della famiglia in altra camera, si avanzò. Sofia si era alzata subito, turbata.
— Buona sera, signorina.
— Buona sera.....
Erano entrambi impacciati. «Dio! quanto è antipatica questa Sofia!»
pensava Roberto.
Infine la fanciulla si rimise, riprese l’impero sulla sua fisionomia, che ridiventò composta e severa; sedettero a poca distanza.
— La signora madre sta bene?
— Abbastanza bene, grazie.
— E..... Lulù?
— Anche lei benissimo.
Qui un silenzio. Roberto provava una strana sensazione, come una gioia che lo riempisse di amarezza.
— Lulù è occupata? — chiese egli.
Sofia represse un lieve movimento d’impazienza:
— È al ballo, con la mamma, in casa Dellino — rispose poi rapidamente, quasi volesse prevenire altre domande.
Dunque Sofia era sola! E se non voleva essere il più scortese degli uomini, avrebbe dovuto trattenersi con lei! Roberto a questa idea ebbe l’irresistibile volontà di fuggire. Pure non si mosse.