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92 | dal vero. |
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— Ebbene? — chiese Guido, che se ne era accorto.
— Chieggo scusa al signor padrone.... volevo dire....
— Purchè tu lo dica presto.
— Il signor padrone ricorda che giorno è questo?
— No, Giuseppe, no.
— Oggi è il suo compleanno....
— Ah! — fece soltanto Guido, la cui fronte si rannuvolò.
— Altre volte.... ai tempi di qualcun altro.... in questo giorno eran fiori dappertutto....
— ....Erano, non ci sono più! — osservò Guido con una leggiera mestizia.
— Ci sono, ci sono — disse il vecchio servo smascherando un grosso mazzo di fiori che troneggiava sopra una mensola.
— E chi?... — domandò Guido, ma guardando il volto umile e sorridente del servo, comprese subito. — Tu, Giuseppe?
— Il padrone.... scuserà....
— No, non vi è bisogno di scusa. Ti ringrazio: mi hai fatto piacere con quei fiori.
E il candidato al collegio di Roccacannuccia ed al cuore della baronessa Stefania, si commosse, pensando che nel suo compleanno, al solo servo era venuta la gentile idea di un dono di fiori. Ma fa una lieve emozione, perchè anzitutto Guido era un uomo di spirito. Ora chi appartiene a questa onorevole e ristretta classe di persone, ha il diritto di commuoversi ogni tanto, ma a patto che lo faccia brevemente, senza dimostrarlo all’esterno, e che dopo sia pronto a sorriderne.