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un intervento. 93

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— Io vado a dormire un poco — riprese Guido; — mi sveglierai alle sette e mezzo.

— Sarebbe meglio che il signore non dormisse.

— E perchè, savio Giuseppe?

— Perchè stamane, mentre in casa vi era soltanto Girolamo, è venuta una signora. Quando ha inteso che il padrone era uscito, essa ha detto: «Benissimo, appena sarà di ritorno, ditegli che verrò nuovamente questa sera alle sei, che mi attenda ad ogni costo, perchè debbo parlargli di un affare urgente». Ed è andata via.

— Bravo! ed il nome?

— Non ha voluto lasciarlo.

— Uhm! roba misteriosa, qualche rondinella pellegrina. Girolamo ti ha detto almeno.... di che si trattava?

— Sì: giovane, alta, bruna, vestita con molta eleganza.

— Di bene in meglio. La mia curiosità è stuzzicata. E tu credi, Giuseppe, che per questa incognita io non debba dormire?

— Sono le sei. Se essa è puntuale, il padrone non avrà neppure il tempo di stendersi sulla poltrona.

— E va bene, facciamo questo sacrificio alla Dea ignota. Giuseppe, dammi i giornali, attenderò leggendo. Una bruna ed alta! giusto, Stefania ha i capelli biondo-ardenti; sarà un diversivo.

Qui la lettrice alzerà gli occhi dalla pagina e penserà che Guido minaccia di essere un Don Giovanni; niente affatto. Non nego che ai suoi venti anni Guido era tanto ricco di cuore da adorarne

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