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96 | dal vero. |
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— A momenti. E ditemi.... siete in corrispondenza con mio padre?
— Sempre; ma saranno ora due settimane che non mi scrive.
— Invece io ho ricevuto ieri una lettera. Mi scrive che sta bene e che domani arriverà a Milano col treno delle dieci e venti.
Questa volta Guido non credette dover celare la sua sorpresa.
— Domani?
— Proprio domani.
— Vostro padre che non si muove mai?
— Si trova di passaggio per andare a Napoli e fa una breve diversione per vedere....
— Sua figlia....
— E suo figlio, dice lui.
— Sicchè?
— Sicchè ci troviamo in un grazioso impiccio — disse Emma distendendo il piede sopra uno sgabellino di velluto.
— Lo chiamate grazioso?
— Non sono solita a pronunziar paroloni. Pure bisogna trovare un rimedio.
— Io non ne veggo.
— E siete un uomo politico, un uomo di spirito? A che vi giova aver imparato l’arte dei sottili sotterfugi, delle transazioni delicate, delle frasi leali e.... molto diplomatiche?
— Se continuate così, io troverò molto meno il rimedio.
— Bah! io l’ho trovato.
— Lo sapevo.