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un inventore 287

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Fior di passione.djvu{{padleft:287|3|0]] oro, che nel medesimo tempo suona il violino e balla un passo di gavotta; le oche, le anitre, le navicelle galleggianti attirate alla sponda da un pezzetto di calamita; i cavallini galoppanti, le carrozzette semoventi; tutto questo usciva dalle mani fatate di Ulrich. La sua ispirazione non si fiaccava mai: talvolta egli si stringeva la testa calda fra le mani gelate, per timore gli scoppiasse, tante idee battevano contro le pareti del cervello per uscire; correva di notte, nella campagna, facendosi soffiare il vento aquilonare sul volto. Quando cominciava il lavorío interno per qualche cosa di nuovo, egli si concentrava profondamente e nulla valeva a distrarlo: nè la voce di Bertha sua sorella, nè quella di Lottchen, la fidanzata che egli amava nei suoi momenti di libertà. L’arte ha questi feroci egoismi. Finalmente l’opera veniva alla luce, dopo tre o quattro giorni, tre o quattro notti passate nel laboratorio, curvo sui suoi congegni delicati, senza nè dormire, nè mangiare, non toccando

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