< Pagina:Serao - Fior di passione.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

la settimana delle novelle 73

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Fior di passione.djvu{{padleft:73|3|0]] casa stavano chiuse nello stanzone di famiglia; tacevano, non osando neppure di filare, pregando mentalmente. Le serve erano in cucina, intorno a certi caldaioni dove cuocevano i maccheroni, che non bastavano mai. Tutta la notte era un cantare, un urlare, un litigare: don Ottaviano, chiuso nella sua stanzetta, leggeva ad alta voce i salmi penitenziali, per quietarsi o per stordirsi, ma non poteva dormire, il poveretto. Ma la più forte, sebbene la più minacciata, era la signora Cariclea, la moglie dell’emigrato. Lo sapevano bene, i soldati, che era la moglie di un cospiratore, di un nemico, di uno che aveva tolto Napoli a Francischiello, e ogni volta che ella compariva sulla terrazza o attraversava il cortile, vi era un mormorìo crescente di ostilità. Ella passava, quieta, serena, come se niente fosse, e parea non udisse che la chiamavano moglie di brigante, moglie di assassino. Se ne lagnava, ella, con qualche ufficiale, specialmente con un maggiore, alto, biondo, robusto, un colosso:

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.