< Pagina:Serao - Gli amanti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
92 Il viale degli oleandri

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:102|3|0]] dei suoi fiori ingemmanti la verdezza dei rami, come colpito dalla irremediabile fatalità dell’abbandono. Non so quale misterioso fascino attirava nel viale degli oleandri Mario Felice e la donna che lo amava: ricordavano, è vero, ambedue di avere visto insieme, tanto tempo prima, una linea di cielo azzurro e un muretto bianco, e i due amanti che parlavano di amore, che quasi tendevano le labbra per baciarsi e sul cielo azzurro il ramo ricco di fiori di un oleandro, il fiore di quell’idillio che la mano sapiente di Alma Tadema aveva dipinto, turbando i cuori di tutti coloro che hanno avuto il delizioso piacere di guardare quel quadro. Ma i due amanti di Tadema sono così inebbriati di gioventù e di amore e l’oleandro è così giocondamente voluttuoso! Mentre il viale degli oleandri seduceva Mario Felice e Maria con segrete voci di malinconia; e quando si vi trovavano perfettamente soli, essi si guardavano pallidi e muti: essi sognavano, nei fiori rosei, il veleno esiziale che vi si contiene e che, forse, esalava l’anima perversa nel pro-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.