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104 | Il viale degli oleandri |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:114|3|0]] dore desiderò di uscire, che nessuno glielo potette impedire, malgrado la sua grande debolezza. Era estate, ormai, e i tramonti eran lunghi e violenti di colore: il viale era ancora fiorito, ma una messe rosea copriva il suolo. Ella trovò Mario Felice seduto sul banco: lo trovò più pallido, più triste che mai, le strinse debolmente la mano. Ella soffocava di emozione: e sul principio non parlarono, a bassa voce, che della infermità di lei e del viaggio che aveva fatto lui. Ella lo guardava negli occhi aspettandone una parola decisiva, quella che era venuta a udire, quella che le sue inaudite sofferenze, i tormenti morali e fisici e la tenerezza di lui avrebbero dovuto ispirargli: la parola che meritava la più pura e più ardente passione:
— Maria, questo amore deve morire, — egli disse fatalmente.
Ella non battè palpebra, non impallidì: solo, pensò un poco e rispose:
— Muoia, dunque.
Non aveva tremato la bella voce di Maria confermando chiaramente la sen-