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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:120|3|0]] lette durissime: coprì ermeticamente la pignatta. Con un moto istintivo, si assicurò meglio negli zoccoli di legno, dal tacco alto e sonoro, e si avvicinò a Maria Grazia, l’acquaiola, che faceva andare in su e in giù la gran secchia chiusa dell’acqua e col piede sinistro cullava il canestrone, dove dormiva il suo figliuolino.
— Non sia per comando, Mariagra’, mi daresti un bicchier d’acqua?
— Acqua, tu volessi! Te’, figlia mia.
Vicenzella non bevette il bicchier d’acqua, ma se lo versò sulle mani, rasciugandosele al grembiule di cotonina azzurra.
— Quel polipo appesta, — mormorò, — e Ciccillo non può soffrirne il mal odore.
— Tanto gentile, è?
— È un signore, Mariagra’; che ci vuoi fare!
— Ciccillo non è per te, Vicenzè, senti chi ti vuol bene.
— Ciccillo dev’essere, — ribattè brevemente Vicenzella. — La creatura tua s’ingrassa ogni giorno. Dio la benedica.
— Se la mangiano le mosche, povera Cannitella, — e si chinò per schiacciarle.