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Vicenzella 119

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Vicenzella aveva ricoperto il fuoco del focolaretto e in una conchetta di creta, sul marciapiede, lavava i piattelli e la pignatta: poi li mise ad asciugare al sole, sul parapetto largo. Ora, in piedi, dopo essersi passate le mani sui capelli giallastri, contava i soldi che aveva fatti, e prendeva le mosse per partire.

— Vicenze’, io vengo con te, — mormorò la sorellina.

— Sì, sì, — disse Vicenzella, impazientita, rimettendosi i soldi in saccoccia.

Ma un giovanotto tutto agghindato si fermò innanzi a Vicenzella.

— La grazia vostra, — disse lui, toccandosi il cappello alla sgherra.

— Padrone mio, Pascalì.

— Vi debbo fare un’imbasciata.

— Vi manda Ciccillo?

— Sissignore, vi saluta assai assai e vi fa sapere come lui non ha potuto venire, perché ci è stata una combinazione di certi amici, che lo hanno invitato in una trattoria: e che si trova là e vi prega, se potete mandargli un paio di lire, perché non vuol far cattive figure. E vi sa-

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