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Vicenzella 121

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— Dammi una noce, Vicenze’.

— Tieni.

Dopo averle aperte tutte tutte, Vicenzella mise il banchetto innanzi alla sua sedia e si pose a sedere. Guardava in su, dalla parte del Gigante, se Ciccillo comparisse. La vendita delle noci, sulle prime, andò scarsamente: venne una serva del vicinato, ne voleva otto per un soldo e le deprezzò, erano o fradicie o insipide.

— E perché ci vieni qua? — le disse selvaggiamente Vicenzella. — Rompiti le gambe in un altro posto.

— Così speriamo, di vederti morire uccisa! — esclamò la serva, andandosene.

Un vecchio pensionato, invece, ne comprò due soldi, non leticò sul numero, ma le scelse una per una, disfacendo i castelletti. Pazientemente Vicenzella li rifaceva, domandando a sè stessa, mentalmente, se la mezz’oretta era passata. Giusto, i bambini uscivano dalla scuoletta di don Ferdinando, l’ex capitano borbonico: erano le tre, dunque. I bimbi circondarono il banchetto di Vicenzella,

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