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Nel mese di aprile, come rifiorivano le rose, nella piccola, irrequieta e capricciosa testina di Emma Lieti sorse un'idea che le parve subito di un'altissima importanza. Nell'improvviso eccitamento, ella scompigliò con mano distratta la fine aureola dei suoi bei capelli biondi, strinse nervosamente il laccio d'oro che le serrava alla persona la sua vestaglia di lana color avorio e fece l'invocazione suprema, cioè chiamò la cameriera. Questa Cristina, la cameriera, assai stranamente occupava un posto saldo e durevole nelle mobili simpatie e nelle fugaci tenerezze della padrona: molte cose e varie persone eran
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