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142 La veste di seta

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— Vede? — disse Cristina, — è tutto macchiato di pioggia.

— Sì, è macchiato di pioggia, — rispose macchinalmente la padrona.

— Ed è impossibile che lei lo metta di nuovo.

— Proprio impossibile.... — soggiunse la frivolissima donnina, con una voce immensamente triste.

Era con quella veste di seta che Giovanni Serra, vedendola tutta bionda e gentile, tutta piccola e graziosa, tutta fine e giovanile, con un gran cappello di merletto crema, col vento che sollevava e gonfiava la molle stoffa, in quella veste le aveva dato, il più buono, il più onesto, il più innamorato de’ suoi adoratori, le aveva dato il soprannome poetico e quasi fragile di madame la marquise. Dinnanzi al tessuto chiaro e morbido su cui si delineavano delicatamente i fiorellini rosei, Emma Lieti vedeva risorgere nella sua immaginazione la sola figura degna di uomo, incontrata, nella vita, quel Giovanni Serra dai fieri occhi d’un azzurro d’ac-
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