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166 | La veste di crespo |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:176|3|0]] moratissimo come era di madame Héliotrope, non temeva la sua partenza. Egli sapeva che il patto di lasciarsi, di dividersi per sempre, senza che nè una lettera nè una notizia dell’altro arrivasse mai all’orecchio dell’una, non poteva esser mantenuto: egli sapeva che avrebbe sempre amato la sua prima ed ultima amica, da vicino o da lontano, e che sarebbe ritornato a lei, con tutto l’ardore represso nel cuore, più tardi e sempre. Non così madame Héliotrope! Ella pareva perfettamente convinta che la loro unione temporanea sarebbe finita fra non molto per non riannodarsi più, mai più; ella si prodigava tanto e parlava del suo avvenire senza Paolo, con una perfetta disinvoltura. L’amante sorrideva e lasciava l’amata al suo gentile e ostinato capriccio. Quando due si amano, nulla li divide, neppure la loro volontà: e il patto sarebbe caduto. Così, madame Héliotrope era più ardente, più appassionata, più intiera, nell’amore che doveva avere una tanto breve scadenza: mentre Paolo Collemagno amava meno, sapendo, di dover amar sempre.