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Egli saliva, lentamente, per via Nazionale, movendo i passi con fatica: e sul bel volto pallido, consumato, disfatto, vi era l’espressione di una mortale stanchezza. Andava con gli occhi bassi e le mani prosciolte lungo la persona, urtato, sospinto dalla gente che camminava in fretta ed egli pareva che nulla vedesse, nulla sentisse: solo, ogni tanto, squillava, passando, la cornetta del tram che ascende da piazza Venezia a Termini, e Julian Sorel sussultava a quel suono acuto, si voltava, si fermava e fissava coi suoi occhi smorti e dolorosamente stanchi il carrozzone, che traballava sulle ruotaie

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