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16 | L'imperfetto amante |
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— Vorrei esser amata meglio.
— Come, meglio?
— Con l’anima, col cuore, Nino.
— Così ti amo.
— Non è vero.
Egli taceva. Il suo silenzio m’irritava: pareva che confermasse questo criterio dispregevole che mi ero fatto dell’amor suo.
— Non sai amarmi meglio? — gli chiedevo, — non sai?
— Proverò, — diceva lui umilmente.
Ahi, che non gli riusciva! Tutto ciò che è squisita sentimentalità, raffinatezza spirituale, stima, rispetto, poesia, pietà, sì, anche pietà, nell’amore, gli era ignoto. Mancava di quella delicatezza del cuore, per cui, nell’amore, il più piccolo episodio è gravissimo. Non gli importava nè dei miei pensieri, nè dei miei sogni, nè dei miei ideali, nè di nulla che riguardasse il mio spirito: e non arrivava a nascondere tale indifferenza. Gli premeva delle mie ore, perchè le voleva per sè; gli premeva della mia casa, perchè era il nido dell’amore; gli premeva del mio umore, perchè da esso dipendeva un con-