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— Dimmi di te, mamma buona.

— No; non serve, — rispondeva lei brevemente, mentre un’onda di pallore le saliva al viso.

Tale madre era stata la moribonda per lui; madre per il cuore, madre per la mente, madre per il corpo, madre per il sacrifizio, madre per la stravaganza dell’affetto, madre per l’immensità della passione. Il figliuolo le rassomigliava tratto per tratto, tanto era stato fatto da lei. Nell’anima era come lei, tanta era stata la trasfusione del pensiero e del sentimento. Fra quei due vi era un continuo scambio di vita. Si sorridevano col medesimo sorriso; si guardavano e l’idea andava dall’uno all’altro, senza bisogno di parola. Ancora egli sedeva ai piedi della madre e le appoggiava il capo sulle ginocchia, mentre la mano delicata e lieve di lei gli carezzava i capelli, mentre la voce bassa susurrava a lei le parole della vita — ma questo bambino era un uomo, a diciannove anni, forte, virile, coraggioso, apprezzatore sereno degli uomini e delle cose. D’un tratto, come se finita

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