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258 | Il segreto |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:268|3|0]] immensa. Ella stava a sentire, come rianimata da quella voce tutto amore, respirava meglio, la mano non bruciava più tanto, la fronte non aveva più quei sudori gelati. Ma quando, in fondo alle parole del figliuolo, ricompariva, inconscia ma fatale, quella interrogazione; quando quel dimmi, vago ma insistente, ritornava sulle labbra del figliuolo, quando la curiosità ardente e latente trapelava da quanto egli dicesse, allora ella si riversava sui cuscini, chiudeva gli occhi, voltava la testa, come se scegliesse la posizione per morire in pace. Se lui, cieco, disperato, mosso da un istinto egoistico o da un istinto amoroso insisteva su quel dimmi, dimmi, un lamento tetro usciva da quel petto distrutto, un lamento di anima morente e disperata. Il figlio taceva, mortificato, avvilito.
E per dieci giorni, fra questa madre e questo figlio che si adoravano, fra questa madre che non voleva morire per amore e questo figlio che non voleva farla morire per amore, una lotta muta e terribile fu combattuta.