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Cariclea | 259 |
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Il segreto si ergeva grande, possente, feroce fra loro, il segreto che faceva balbettare quel figliuolo ai piedi del letto di sua madre, mentre lei si rigettava nell’ostinato mutismo dell’agonia. Fu una lotta accanita, in cui l’anima umana mostrava tutta la sua dolcezza e tutta la sua mostruosità, in cui l’amore era egoismo e l’egoismo amore.
Ardeva la sottile fiammella della candela. Dalla via saliva il suono di un organetto che mandava nell’aria le note di una mazurka. Nella stanza soffiava la morte. Ella aprì gli occhi.
— Perchè hai spento il lume, Pietro?
— Dio! non vede più il lume! mi muore, dunque, — pensò lui.
E allora, buttato accanto al letto, perduto nell’immenso dolore della sua vita, smarrito dalla solitudine in cui entrava, gridando, piangendo, strappandosi i capelli, singhiozzando, gli salì alle labbra la domanda che mai aveva osato pronunziare:
— O mamma bella, dimmelo! O mamma