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264 | L'ultima lettera |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Gli amanti.djvu{{padleft:274|3|0]] rivoltella scintillante come un prezioso gioiello, non giungerebbero a dare a mio padre, a mio marito, la pietà, o il rimorso. La loro glaciale e confortante ragione ripeterebbe loro che dovea finire così e lo strazio mio soffrirebbe una postuma ingiuria. No, no, ad essi non voglio scrivere nulla. Solo a voi, signora, mentre non vi conosco, mentre non mi conoscete, voglio dire che muoio, uccidendomi, voglio dire perchè mi uccido. Vi è un uomo che adoro, Francesco Sangiorgio: ma è inutile che io gli scriva, è inutile che io gli mandi l’estremo addio, è inutile che io gli raccomandi la mia memoria, è inutile tutto. Francesco Sangiorgio vi ama: voi lo amate. Ecco perchè tutto è inutile, il mio amore come il mio dolore, la mia vita come la mia morte. Egli vi ama e voi lo amate: ecco perchè debbo morire. Scrivere a voi, significa scrivere a lui: voi siete lui. Gli leggerete questa lettera: la leggerete insieme. E il soffio tragico della morte che ne spira, darà un sapore più profondo di emozione ai vostri baci; la immensa dolcezza della vostra passione