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Anna così racconta:

Per lungo tempo, l’amore che mi portava Giustino Morelli fu la mia segreta consolazione e il mio segreto orgoglio. Io era una donna assolutamente infelice, con mio marito: una di quelle infelicità coniugali intime e inesauribili che assumono le più tormentose e quotidiane forme, che mettono al cimento la maggior pazienza femminile e che sconvolgono nell’anima più ferma ogni idea di giustizia. Mio marito non mi era soltanto infedele, era volgarmente infedele; la scortesia verso me, talvolta, non gli bastava, egli aveva bisogno di esser villano; il suo disprezzo

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