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40 L'imperfetto amante

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— Freddo, ti pare?

— Non mi pare: sei freddo.

— Niuno ti può amare più di me, Anna.

— Non ti vantare. Tu mi ami poco.

— Taci, anima mia. taci.

— Io non ti piaccio — soggiungevo io.

— Nessuna persona mi piace più di te, te lo giuro.

— Non ti credo.

— Che debbo fare, perchè tu lo creda? — mi replicava lui tristamente.

— Non so — rispondevo io, glacialmente.

Giacchè egli diventava più triste, a ogni nuovo colloquio e la mia anima si gelava. Talvolta, lo sorprendevo che mi guardava con ansietà, soffrendo di non so quale strano e ignoto dolore: il mio sgomento diventava grande. La sua voce era infranta, nel parlarmi: più spesso taceva, assorbito.

— A che pensi, amore?

— Non penso, sogno, cara.

— Che sogni?

— Un solo sogno, il tuo amore, Anna.

— Non lo hai qui, presente, reale, vivo, caldo?

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