< Pagina:Serao - L'infedele.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
114 | l'infedele |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - L'infedele.djvu{{padleft:121|3|0]] bella bocca e dalla quale lo aveva ricevuto, trovandovi il senso fuggevole, ma profondo di un aroma misterioso. Egli si sorprese, o piuttosto non si sorprese punto, anzi si dilettò a pronunziare spesso il nome della diletta, con lentezza e con passione, con una costante espressione di desiderio e d’invocazione:
— Chèrie, Chèrie, Chèrie!
Egli andò in una trattoria di prim’ordine, verso le otto; e si ordinò un pranzo squisito. Aveva un grande appetito, egli che non mangiava da tanto tempo che per cibarsi: gli amici si accostarono a lui, scambiò saluti, parole, scherzi con tutti: offrì del kummel, delle sigarette. Rise molto.
Ma temendo di sospingere troppo
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.