< Pagina:Serao - L'infedele.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
154 l'infedele

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - L'infedele.djvu{{padleft:161|3|0]] Chérie, non vi può essere pietà, per chi tradisce. Io ho tradito.

— Calmati... calmati — e gli prese le mani, come si prendono le mani di un ammalato, che vaneggia.

— Che vuoi, Chérie, ho tradito, ho commesso un tradimento odioso... io mi sento perduto...

E smorto, sconvolto, egli la fissò, come se non la vedesse, come se non la riconoscesse, come se non fosse stata proprio lei, a essere lo strumento del tradimento.

— Perduto, perduto, perduto... — ripeteva lui, follemente.

— Pace, Paolo, non pensare a ciò...

— Come, non pensare? È lo stesso come dire a chi ha un morto, in casa, di non pensarci più.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.