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96 La Conquista di Roma

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«A piacer suo: ma girerà, girerà, vede, e non troverà nulla di buono come questo. Sono sicura che ci ritorna, signor deputato; questo è proprio un posto fatto per Lei».

E scendevano per le scale, mentre saliva una signora, chiusa in una pelliccia di lontra, con un velo marrone che avvolgeva il berrettino di lontra, la testa, il collo, il mento, sotto cui s’annodava con un cappio vistoso. Ella saliva lentamente e presso la porta della sarta si fermò.

«Eccone una,» mormorò la portinaia. «Andrà certo a provare un vestito».

Ma non s’intese rumore di campanello e di giù, alzando gli occhi, l’onorevole Sangiorgio vide quella irriconoscibile figura femminile salire chetamente al secondo piano.

Presto presto, per finirla, egli si fece condurre sempre in carrozza, alla salita di Capo le Case, la via chiara ed allegra, tutta sole, che taglia in mezzo quella dei Due Macelli. Un’aria di signorilità, di tranquillità aristocratica, veniva dalla vicina Piazza di Spagna, da Via Sistina, da Via Propaganda, da Via Condotti, il centro più esotico di Roma. La porta 128 si trovava dirimpetto ad una bottega di biscotti inglesi, di conserve, di

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