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104 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:108|3|0]]ricerca, da quest’analisi delle donne viste e delle donne immaginate, una domanda, sino allora latente, sorgeva, una figura si sovrapponeva a tutte, le assorbiva e si rizzava, alta, flessuosa, nerovestita, placidamente rosea dietro il velo nero, andante lontano, con gli occhi raccolti e il passo misurato: la moglie di Sua Eccellenza. Dove poteva andare a quell’ora, dove andava la moglie di Sua Eccellenza?
Ma fuori, nella strada, il grosso largo duca di Bonito, il popolare deputato napoletano, dalla facciona tagliata da un colpo di sciabola, passò, con quel movimento di rullìo sulle gambe che lo faceva rassomigliare, camminando, a una nave pesante mercantile, una di quelle navi nere e piatte che approdano nei piccoli porti di Torregreco e del Granatello a Portici, a portarvi carbone e a caricare maccheroni: accanto a lui, il fido amico, il deputato Pietraroia, dal quieto viso e dal carattere violento, dalla voce moderata e dalle frasi appassionate, che taceva per mesi e mesi alla Camera, e poi, un giorno, scoppiava con una forza meridionale, meravigliando tutti.
L’onorevole Sangiorgio li seguì con l’occhio, un minuto; tornavano da colazione, si fermarono