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112 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:116|3|0]]disoccupato. Francesco Sangiorgio non si mise in fila, ma costeggiò la dimostrazione, tenendosi sul marciapiedi, studiando il passo. Ogni tanto, lungo la strada, agli Orfanelli, ai Pastini, qualcuno si univa. In Piazza della Rotonda, dinanzi al Pantheon, ove il gran re dorme, la bandiera s’inchinò, i vecchi reduci si cavarono il cappello.
La dimostrazione proseguiva il suo cammino, infilando certe strade strette e oscure della vecchia Roma, allungandosi, assottigliandosi in quei vicoli dove possono andare di fronte solo quattro persone: ed era dappertutto un gran silenzio di botteghe chiuse, di finestre chiuse, di androni vuoti, una gran pace festiva che lasciava deserte le vie, che assorbiva, dietro le mura delle case, tutta la giocondità natalizia. Tratto tratto la bandiera oscillava, ma subito il portabandiera la rizzava nell’anello, con un moto energico.
Una breve sosta fu fatta all’imboccatura di ponte Sisto. Qui un poco di animazione cominciava: sui due larghi marciapiedi, varie persone, ferme, contemplavano il fiume, tutto biondo sotto uno smorto sole invernale, delle carrozze passavano, al trotto, sobbalzando sulla curva fortemente pronunziata del ponte. Tutt’intorno, al principio di