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152 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:156|3|0]]poveri dalla linea ferroviaria, onde la nessuna possibilità d’industrie, e la malaria della pianura dove gli ingegneri, i cantonieri e i capistazione prendono le febbri.
Parlando del proprio paese, così misero, tanto infelice, la voce gli si era abbassata, come se una emozione la velasse: ma si rinfrancò subito, andando alla questione. La tassa sul sale colpiva le classi povere, più nelle province che nelle città: già mangiavano la minestra con poco sale, ora l’avrebbero mangiata senza sale affatto. E le ultime verità igieniche, crudeli ma precise, stabilivano nella scarsezza del sale la origine delle fiere malattie dei contadini nella Lombardia e nel Piemonte.
Un mormorìo di approvazione corse per certi banchi: quello dove stavano le quattro teste giovani e vive del centro, Seymour, Gerini, Joanna e Marchetti, prestava la maggiore attenzione, ma senz’approvare, con quella rigidità inglese dei giovani deputati economisti.
«Nelle piccole città, nelle borgate, nei villaggi meridionali», proseguiva Sangiorgio, «i fornai hanno sempre due qualità di pane: quello insipido che costa poco, pei poveri, e quello salato