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154 La Conquista di Roma

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:158|3|0]]lontani di America. Il contadino preferisce una gente straniera, un paese straniero, donde non si ritorna più. Quando si chiameranno all’appello della guerra i figliuoli italiani di Basilicata, essi non risponderanno: spinti dalla fame e dalla disperazione, essi saranno andati a perire lontano.»

L’onorevole Francesco Sangiorgio rientrò nel suo banco e sedette al suo posto. Dei bene, dei bravo gli giungevano agli orecchi, ma confusamente: sentiva quel ronzio di discussione che tien dietro a ogni discorso importante. Giusto innanzi al suo settore, un gruppo di deputati si era formato e fra loro discutevano un po’ forte, nominando ogni tanto l’onorevole collega Sangiorgio, volgendosi a lui, quasi a chiamarlo in appoggio. E stando fermo al suo posto, con le palpebre abbassate, senza che nessuno venisse a stringergli la mano, poichè nessuno lo conosceva, Francesco Sangiorgio sentiva però salire fino all’ultimo banco dov’egli sedeva la soddisfazione di tutta la Camera: della vecchia destra, carezzata nel suo orgoglio politico; della estrema sinistra, che credeva di avere scoperto un socialista in un deputato del centro; di tutti i deputati egoisti e

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