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180 La Conquista di Roma

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:184|3|0]]e la Camera aveva votato il bilancio con una forte maggioranza. Chi si occupava più del suo discorso? L’onorevole Dalma glielo aveva detto, con quel suo poetico cinismo parlamentare:

— In politica tutto si dimentica. —

Nel vestibolo, dove le coppie passeggiavano, tenendosi a braccetto, discorrendo, dove gruppi di giovinotti si consultavano finanziariamente, per metter su una cena, dove i domino solitari andavano su e giù aspettando qualcuno che non veniva, Sangiorgio incontrò l’onorevole Gullì-Pausania. Il deputato siciliano era addossato al muro, aspettando anche lui, elegante e corretto nella marsina di meridionale galante, con la barbetta castagna tagliata a punta, con gli occhi verdini che cercavano nella folla e il gibus che nascondeva la calvizie precoce, per cui molte donne lo amavano.

«Oh caro Sangiorgio,» disse Gullì, con un forte accento siciliano: «solo, solo, al veglione!».

«Solo: non aspetto nessuno, nessuno mi aspetta e l’onorevole mio collega Gullì-Pausania non mi imita, certo»

«Che ci volete fare?» rispose, ridendo, Gullì, «passiamo la vita ad aspettare.....»

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