< Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
190 La Conquista di Roma

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:194|3|0]]affari esteri: per vero, ella era stata segretariessa generale. Suo marito si teneva in ombra, con la gravità del diplomatico che aspetta una destinazione; ma l’onorevole di San Demetrio, un abruzzese tranquillo, dalla barba nera già brizzolata, un forte aspirante al ministero, si teneva dritto, sul davanti, in luce; poi l’onorevole di Campofranco, un siciliano freddo e nordico, il figliuolo della più forte donna politica che abbia l’Italia, la principessa di Campofranco. L’onorevole di San Demetrio parlava, spiegando forse qualche paragrafo della sua relazione del bilancio, e la piccola baronessa ascoltava, interessata, dandosi dei colpettini di ventaglio sulle dita. Pressato dalla folla, Sangiorgio si fermò un momento sotto quel palco: una stanchezza gli saliva dai piedi alla testa, i lumi gli davano fastidio, quell’aria già impregnata di odori acri, l’opprimeva.

«Sangiorgio,» chiamò San Demetrio.

Quello trasalì, come in un sogno.

«Sapete se l’onorevole Mascari si è iscritto per parlare contro, nella discussione del bilancio degli esteri?».

«No, non si è iscritto.»

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.