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La Conquista di Roma | 195 |
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«Lo sapete di certo, caro collega? È almeno sicura la notizia?»
«Sono stato a informarmene personalmente.»
«Oh! quanto vi ringrazio, caro collega. È stato proprio un incontro fortunato: mi togliete da una viva inquietudine. Se ammalasse gravemente il presidente, pensate che disordine!? Se morisse, quante complicazioni!...»
«Dio sperda l’augurio,» fece Sangiorgio, sorridendo sempre.
«Ai vostri ordini, caro collega: sono rinfrancato, vi ringrazio molto, contate su me, ve ne prego, non mi risparmiate; non potevate capitare più a proposito; buona notte, buona notte, onorevole collega.»
«Buona notte: dormite tranquillo: il presidente starà bene domani.»
«E di nuovo, grazie, grazie.»
Sangiorgio picchiò pian piano al numero 15. Un avanti fu pronunziato dalla voce di Fraccacreta. Sangiorgio schiuse appena la porta e disse: «Scusino, onorevoli colleghi, cerco l’onorevole Sangarzia.»
«Eccomi, eccomi.»