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200 La Conquista di Roma

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E forzando un po’ il braccio di Sangiorgio, lo condusse verso una scalettina che si allunga sulla facciata della Trinità: non la scalettina a due rampe della chiesa, ma la scaletta che porta al convento, dove le monache e le bimbe in educazione vivono in comunione. Quella scaletta ha un piccolo pianerottolo di fronte alla porticina e un parapetto. Lassù donna Elena fece salire Francesco Sangiorgio.

«Bussiamo al convento?» domandò ella quasi tentando la catenina di ferro. «Noi siamo due pellegrini freddolosi che chieggono ospitalità.»

E rise, mostrando quei bianchi denti raggianti che rendevano irresistibile la sua risata. Già, ella non sorrideva mai: rideva. Ma anche dal poggiuolo nulla si vedeva: soltanto il mare di nebbia, trasparente, biancastro, latteo, sembrava più vasto. In linea retta si scorgevano i pochi lumi che restavano ancora accesi, alle tre dopo mezzanotte, in Via Condotti. Sotto, Piazza di Spagna si dilungava, nella sua calma e grandiosa bellezza architettonica, da Propaganda Fide a Via Babuino.

«Andiamo via,» diss’ella.

Egli si lasciava condurre: quella prima avven-

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