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La Conquista di Roma | 203 |
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«Che sigaro è?»
«Un Minghetti.»
«Questi Minghetti odorano talvolta,» osservò lei.
E attese che lui fumasse, guardando la sottile striscia di fumo che se ne andava nell’aria chiara. Una carrozza sbucò dai Due Macelli, chiusa, rapidissima, passò innanzi a loro, scomparve verso il Babuino.
«Vengono dal veglione,» disse lui.
«Che brutta cosa è il veglione!» susurrò donna Elena con un filo di voce armoniosissima.
«Sì,» rispose Sangiorgio a quel suono melodioso che gli carezzava così acutamente i nervi che quasi quasi ne soffriva.
D’un tratto ella si rizzò in piedi, scattando come una molla.
«Ho freddo, ho freddo, andiamo via,» disse rudemente.
E si strinse sempre più nella pelliccia, calò il cappuccio più avanti sulla fronte, si attaccò al braccio di lui e lo strascinò via, verso Propaganda. Egli aveva gettato via il sigaro: e sentiva a un tratto mutato lo spirito di quella donna, sentiva che quel momento gli sfuggiva, che non poteva più contare su nulla. Ma, superbo, taceva.