< Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

La Conquista di Roma 205

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:209|3|0]]

«Non importa. Mi riscalderò, suonando il pianoforte.»

«Non vi è pianoforte,» disse lui, deciso a volere udir tutto.

«Non importa,» disse lei, senz’altro.


Due giorni dopo, Francesco Sangiorgio era eletto membro della commissione del bilancio.

III.

Un applauso debole ma gentile, formato da piccole mani femminili bene inguantate e un po’ indolenti, salutò il finale fragoroso del pianista, un piccolino magro, bruno, meschinello, che scompariva dietro il pianoforte.

«Che sentimento!» esclamò la moglie di un deputato pugliese, una grassona con una pioggia di riccioli neri sulla fronte rossa e lucida.

«Bene, bene, è deliziosa,» disse la signora di Bertrand, la moglie di un alto funzionario, piemontese, ma delicatina, dal viso di madonnina, con un mantello di broccato, dove scintillava dell’oro.

E di signora in signora, di gruppo in gruppo, lungo i divani, sulle poltrone, sugli sgabelli, sotto

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.