< Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

La Conquista di Roma 267

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:271|3|0]]di uno sguardo magnetico: donna Elena Fiammanti lo guardava da un palco. Salì lassù macchinalmente: schiudendo la porticina, entrando in quel camerottino che è separato dal palco e dal pubblico da una tenda rossa, egli sentì due braccia al collo e la voce quasi commossa dirgli:

«O Franz, o Franz, perchè battersi per me? Non ne valeva la pena.»

Quando scesero, finita l’opera, dopo aver ricevuto almeno dieci visite nel palco, mentre la Fiammanti si appoggiava al suo braccio, con gli occhi umidi di piacere orgoglioso, egli vide nell’atrio il grande Paulo che s’infilava un soprabito enorme. Subito tutta la nebbia superba gli si dileguò e gli venne voglia di buttarsi sul largo torace di quel galantuomo. Era lui, il molosso, che gli aveva consigliato di tirare alla faccia. Sul terreno, egli non aveva ricordato che quel consiglio.


V.

Il principio della questione si era manifestato due giorni dopo la festa dello Statuto, inopinatamente. In un paese d’Italia, in quella dome-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.