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La Conquista di Roma | 287 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:291|3|0]]cati da lui, come si fugge il morto, per nausea del puzzo.
Certo, il tradimento era completo, erano essi che avevano voluto liberarsi di lui, come di un braccio ammalato o di una gamba cancerosa. E la Camera non voleva più saperne di lui: lo sentiva. Quando il presidente della Camera gli dette la parola, per replicare, si udì la onesta e tranquilla voce dell’illustre uomo dire:
«Non ho nulla da aggiungere; accetto l’ordine del giorno Sangiorgio.»
Alla votazione egli ebbe trenta voti contro. Il ministro dell’interno era caduto.
Dopo otto giorni, il giornale officioso del ministero e tutti gli altri in seguito scrivevano:
«E’ quindi assicurato che nel rimpasto ministeriale, don Silvio Vargas passa dal ministero delle belle arti a quello dell’interno. L’onorevole Sangiorgio, invano pregato di prender parte alla nuova combinazione, ha sempre rifiutato ed è partito per la Basilicata.»