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312 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:316|3|0]]lontano lontano, sulla riva destra del fiume, vide lentissimamente un punto bruno ingrandirsi ingrandirsi, e riconobbe la dolcissima donna che aveva visto piangere nella chiesa.
Solitaria, vestita di nero, ella camminava lungo il fiume, arrestandosi ogni tanto a veder fuggire la corrente, contro cui andava: camminava piano, molto rasente l’acqua, affondando nel terreno bagnato, movendo i passi con lentezza.
Come fu più vicina, egli potè scorgere, sul bruno del vestito, il fascio di rose bianche che ella aveva in casa, nel salotto tutto pieno di piante verdi: con le mani ella lo teneva stretto alla cintura. Due o tre volte, ella si rivolse verso l’orizzonte, mirando la tristezza del cielo che pareva volesse soffocare la terra, cercando invano i lieti colli di Tuscolo che il temporale già aveva nascosti; poi riprese la sua passeggiata solinga, con tale lentezza di movenze che sembrava appena appena radesse la terra.
Giammai ella alzò gli occhi sulle mura del ponte, dal cui largo finestrone, colui che aveva pianto per lei, la contemplava. Certo, ella si credeva profondata nella solitudine, in quella vasta campagna nuda, in quella minaccia crescente di