Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
La Conquista di Roma | 317 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:321|3|0]]qualche cosa da sottomettergli. Sangiorgio gli dette il suo avviso; poi:
«La signora è lassù...» soggiunse.
«Ah sì?» fece don Silvio, senza voltarsi, con una perfetta indifferenza. «Credete vi sarà viva discussione sugli articoli?»
«Specialmente sull’articolo quarto: la estrema sinistra ci tiene molto.»
«Parlerete voi, Sangiorgio?»
«Non so bene.»
«Dovreste parlare.... Sentite, venite domani a pranzo con me, vi spiegherò certe mie idee...»
«Verrò,» disse Sangiorgio, dopo aver esitato un momento.
E si allontanava; ma sottovoce il ministro lo richiamò.
«Giacchè ci siete a sacrificarvi per me, andate un po’ lassù a far compagnia a mia moglie. Quella si annoia a morte: io non ho tempo neppur di salutarla.»
«Si annoia?»
«Essa odia la politica: la femmina è egoista, caro Sangiorgio,» rispose filosoficamente don Silvio, conficcandosi la lente sotto l’arco sopracciliare.