< Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
30 La Conquista di Roma

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:34|3|0]]sparati bianchi: un sorriso fioriva sulle facce d’un tratto colorite: a certe catenelle d’orologio, le medagline erano quattro, cinque.

— Sua Eccellenza, — fu mormorato intorno.

Poi il gruppo si avviò, la delicata signora dando il braccio al vecchio magro, i deputati e gli alti funzionari, dietro. L’onorevole Sangiorgio tenne anch’esso dietro, macchinalmente, essendo rimasto solo.

Sulla Piazza Margherita egli vide il governo mettersi in carrozza, in mezzo alla fila degli amici che si era schierata, salutando: la signora chinava il capo dallo sportello, sorridendo: vide tutti andarsene, in carrozza, dopo. Egli era solo, sulla vasta piazza. Per terra un umidore come se avesse piovuto: tutto le finestre dell’Albergo Continentale chiuse. A sinistra, il corso Margherita ancora in costruzione: mucchi di tavoloni, di travi e calcinacci, Gli omnibus degli alberghi voltavano per andarsene. Tre o quattro carrozze restavano, per indolenza dei cocchieri, che fumavano, aspettando ancora. A dritta, un carosello deserto, sbarrato e sopra un grande muro grezzo, un’accecante reclame del Popolo Romano. Su tutto questo un’aria bassa e molle, una neb-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.