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La Conquista di Roma | 369 |
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«Meglio oggi che domani,» soggiunse ella, fissando i begli occhi mesti sopra la campagna di villa Borghese. «Bisogna aver coraggio...»
«Io non ne ho, non ne ho niente...»
«Bisogna averne,» insistette ella, «per vivere in pace con la propria coscienza.»
E si strinse, con un brivido, nella piccola mantellina di pelliccia, passando innanzi alla freddezza nera di villa Medici.
«La coscienza, la coscienza!» esclamò lui, ribellandosi, «e l’amore?»
«Non si deve amare,» pronunziò ella, come una sentenza.
«E perchè?»
«Perchè non vogliono.»
«Chi non vuole?»
«Quelli,» e tendendo la mano, indicò Roma e Piazza del Popolo, dove alta ferveva la follìa carnevalesca.
«Non sapete chi siano.»
«Sono la coscienza: io non saprei ingannare, amando.»
«Voi non amate,» fece egli con amarezza.
«...Forse,» diss’ella, perdendosi nella contemplazione di Monte Mario.