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La Conquista di Roma 373

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«Ma perchè rinunziate?»

«Così,» disse lei, come se quella fosse la inesplicabile parola della fatalità.

E camminò di nuovo, tacendo, ma sempre più lentamente, come se la stanchezza la signoreggiasse: egli la seguiva, senza vedere più niente, senza intendere più nulla, in uno di quegli oblii dell’anima e dei sensi.

Cadeva il sole, dietro San Pietro, fra la Chiesa e Monte Mario.

«È finita, amico, è finita, mi pare quasi di essere morta. La gente vede la mia faccia serena, la mia tranquillità imperturbabile, e non deve saper altro, non deve indovinare la verità. Ma non vi è più nulla qui dentro.»

E dette un colpettino sulla mantellina, al posto dove il cuore batte. E non sentì quale ferita crudele portava al cuore di quell’uomo innamorato, dicendogli che mai potrebbe amarlo. In quell’ora e in quel posto, ella si lasciava andare a uno di quegli sfoghi malinconici ed egoistici delle anime che restarono lungamente chiuse: ella non vedeva più il suo compagno, si abbandonava a tutta la personale amarezza di un cuore giovane e deluso.

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