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La Conquista di Roma | 41 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:45|3|0]]gliendogli l’elasticità del bell’ufficialone vigoroso che aveva sedotto tante belle creature, nel tempo buono. Ma quelli che volevano qualche cosa, insistevano, supplicavano, esponevano i loro fatti di famiglia, narravano i loro guai, ricominciando sempre, tanto che l’onorevole Bulgaro, con la facile bonarietà napoletana, cedeva, stanco, e diceva:
«Va bene, va bene: mo’ vediamo, se si puol fare qualche cosa».
Quelli se ne andavano, soddisfatti, come se già avessero quello che desideravano, e l’on. Bulgaro, rimasto solo, un minuto, sbuffava e mormorava:
— Gesù, Gesù, che schiattamento! —
L’onorevole Sangiorgio si vergognò di aver tanto ascoltato, e scese a colazione, tutto pensieroso.
Si armava di forza per resistere alla seduzione di Montecitorio: pensava che forse erano giunti molti deputati, mancando solo venti giorni all’apertura della decimaquarta legislatura; e già cedeva alla curiosità, un pretesto della sua debolezza. Ma, per caso, una carrozza che passava, lentamente, sul selciato bagnato, gli sbarrò la
Serao — La Conquista di Roma | 3 |
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