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464 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:468|3|0]]prima: era un sonnambulo che non vedeva le persone e le urtava, mentre aspettava la partenza del treno per Napoli; che non badava nè alla sua valigetta, nè al venditore ambulante che gli offriva i giornali, nè al vento estivo che facea vacillare le fiammelle a gas; era un sonnambulo colui che cercava il suo posto, sospinto dalla voce dell’impiegato.
Che lungo sogno! Ai primi sbuffi del treno che parte, un grande colpo nel cuore che sveglia quel pallido sonnambulo; egli si affaccia allo sportello e vede Roma, nera, alta, immensa, nei suoi sette colli che brillano di lumi; e ritira il capo, si abbatte sul sedile, come morto. Poichè, in verità, Roma lo ha vinto.
fine.